Cinquecento anni di civiltà e barbarie
Utilizzando le implicazioni socio-culturali e politiche insite nella coppia oppositiva Civiltà / Barbarie (dal romanzo-saggio di Domingo Faustino Sarmiento, Vida de Don Facundo Quiroga, Civilización o Barbarie, 1845), si propone una possibile rilettura della storia della letteratura ispanoamericana individuando in alcune epoche / generi letterari / autori / testi / personaggi, una particolare vitalità di questa dicotomia, usandola come possibile chiave di lettura del composito mondo letterario e socio-culturale ispanoamericano.
Encuentros y desencuentros entre América y Europa
“Investigar el pasado y su proceso no supone un retroceso, sino una reconquista hacia la futuridad. Este fi n tiene la labor aquí emprendida por un grupo de investigadoras y académicas, investigadores y académicos, que se han dado a la tarea de pensar las relaciones entre Europa y América Latina teniendo como marco temático los 500 años de la Conquista de México. Un hecho como tal nos convoca a recrear visiones en las que se bifurcan miradas personales, íntimas y vividas, documentadas o teorizadas, sobre la construcción de la propia identidad latinoamericana, a través de la elaboración de nuevos signos de identidad invitando al diálogo voces que indagan lo histórico y lo literario, los acontecimientos y la voluntad creativa.”—con CD-ROM
Frammenti della memoria
“Come placare la tempesta dei dubbi, delle domande, dei giudizi e dell’autocondanna? Come risolvere un conflitto ideologico di principi, così torturante come la prigione, così persecutorio come l’occhio del carceriere? Come raggiungere la coerenza tra la pratica e la teoria, quando il sentimento si frappone e prende un’altra direzione, senza ragioni e a suo capriccio? Come anteporre la rivoluzione, la causa e il partito al corpo e al desiderio? Come combattere la battaglia tra l’essere e il dover essere?”
Nuove frontiere del ruolo genitoriale
Nel proporre il tema “Nuove frontiere del ruolo genitoriale: maternità e paternità nel mondo ispano-americano”, gli autori hanno voluto superare quelle frontiere di genere, ormai obsolete rispetto alla codificazione pur sempre “fluida” di quelle realtà identificate nel mondo inclusivo LGBT – culture gay, lesbiche, bisessuali e transgender… –. Hanno pensato allora a un’ottica specifica, anche se fluida nel tempo e nelle culture delle diverse geografie: i ruoli genitoriali, pre-definiti e inamovibili nelle società patriarcali, ma oggi profondamente intaccati non solo dal peso delle rivendicazioni femministe ma anche dal progresso tecnologico, scientifico, medico e sindacale, e, appunto, dall’abbattimento di quella barriera binaria che definiva a priori ruoli e poteri. Non c’è dubbio che, nei testi qui pubblicati, tutti questi elementi sono presenti, da protagonisti o come sottofondo e subconscio, anche con un’utile distribuzione e intersecazione di sguardi femminili e maschili che a volte rimandano a un visionario «Madame Bovary c’est moi» ancora più inclusivo e trasgressivo, anche se con una decisa prevalenza di discorsi “al femminile”.
Grande è la varietà di tematiche, geografie e approcci che impediscono una presentazione univoca ma senz’altro sono prevalenti una vasta gamma di narrazioni sui diversi gradi e modi di “trasgressività” riguardo al tradizionale topos dell’”amor materno”, continuamente messo in discussione, quando non negato e infranto, da azioni violente o atteggiamenti psicologicamente deviati, e temi legati all’”assenza” per i motivi più svariati all’interno di un nucleo familiare.
Scritture e riscritture nelle letterature ispanoamericane
“Se, come si congettura in “Historia de la eternidad”, «desde Homero todas las metáforas íntimas, necesarias, fueron ya advertidas y escritas», allora un principio di ripetitività, di ridondanza e di emulazione regge la costruzione della letteratura, come riscrittura del già scritto piuttosto che come invenzione del nuovo.”
Utopie e distopie nelle letterature ispanoamericane
“Utopia” e “distopia” si possono considerare come le opposte, complementari polarità concettuali attraverso le quali hanno insistentemente oscillato le rappresentazioni dell’universo americano, sin dall’arrivo degli europei nel 1492. Avventurieri, conquistatori e missionari, viaggiatori e scrittori percepirono nelle terre scoperte da Colombo un ideale luogo di realizzazione di progetti utopici vecchi e nuovi, ma anche lo scenario inquietante, al limite dello spaventoso, di un’alterità animalesca e maligna, dominato dalla degradazione e la violenza delle forme sociali e politiche.